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Inquinamento idrico e diritto alla salute

 

L’inquinamento idrico è una chiara conseguenza di attività umane che non tengono minimamente conto delle ricadute su tutela della salute e tenuta dell’eco sistema. Attraverso la produzione industriale, le attività agricole, l’insufficienza di strutture di approvvigionamento idrico e trattamento delle acque reflue l’uomo contamina l’acqua e le acque. Nel settore industriale sostanze chimiche tossiche, organiche e inorganiche, solventi tossici sono fattori critici da tenere sotto controllo in ogni singolo ambito. Dall’industria della carta al tessile, passando per aziende specializzate in produzione alimentare, siderurgica o nucleare. Tra i problemi più urgenti sui quali porre l’attenzione, un capitolo a parte meritano le acque reflue, sia quelle non trattate, sia quelle parzialmente trattate.  L’ampio utilizzo finalizzato all’irrigazione in paesi come Cina e India impone un impegno concreto da parte delle organizzazioni internazionali preposte alla prevenzione, al monitoraggio, alla decontaminazione del bene più prezioso per l’umanità e la sopravvivenza di tutte le specie viventi.

Inquinamento idrico: un problema globale

L’acqua pulita non riveste solo un’importanza per la salute dell’uomo, dato che, essendo utilizzata anche nella produzione, costituisce un fattore determinante per lo sviluppo socioeconomico. Malgrado l’acqua sia una risorsa naturale di cui tutti gli esseri viventi hanno bisogno, un report delle nazioni unite evidenzia che ben 2,2 miliardi di persone non hanno accesso ad acqua pulita. L’inquinamento idrico si verifica quando l’acqua subisce una contaminazione da sostanze chimiche o microrganismi. Ciò rende l’acqua altamente pericolosa per l’uomo, causando infezioni e problemi di salute vari. Un problema globale considerando che

  • Oltre la metà della popolazione mondiale non dispone di servizi igienici gestiti in modo sicuro.
  • Circa 2 miliardi di persone vivono in condizioni di stress idrico e centinaia di milioni non dispongono di servizi base per l’acqua potabile.
  • Circa 785 milioni di persone non dispongono di servizi di base per l’acqua potabile.

L’accesso all’acqua potabile

Le Nazioni Unite stimano che l’80% delle acque reflue torna nell’ecosistema senza essere trattato o riutilizzato. La mancanza di acqua e di servizi igienici aumenta anche l’incidenza di malattie come il colera, il tracoma, la schistosomiasi e l’elmintiasi. I dati degli studi condotti nei Paesi in via di sviluppo mostrano una chiara relazione tra il colera e l’acqua contaminata. Al contempo evidenziano come trattamento e stoccaggio dell’acqua a livello domestico possono ridurre il rischio di contrazione di malattie come il colera. Tuttavia, è importante non sottovalutare le conseguenze delle malattie gastrointestinali, dato che nei paesi a basso reddito sono causa di morte. La diarrea resta la malattia più comune causata dall’inquinamento dell’acqua, al punto che le malattie diarroiche sono responsabili del 21% dei decessi annuali tra i bambini sotto i 5 anni nei Paesi in via di sviluppo. L’accesso all’acqua potabile ridurrebbe il tasso di mortalità già nel breve termine.

 

Acque contaminate, minaccia per intere comunità

L’inquinamento idrico può manifestarsi ovunque e causare grossi problemi alla salute pubblica anche in paesi sviluppati. Dieci anni fa gli abitanti di Flint, città americana nello stato del Michigan, hanno denunciato alle autorità i propri timori riguardo alla qualità dell’acqua potabile. Un’indagine approfondita ha confermato la fuoriuscita di piombo nella rete idrica, esponendo circa 100.000 residenti a un rischio gravissimo. È infatti dimostrato che l’ingestione di tossine chimiche nell’acqua comporta rischi concreti come

  • Insorgenza di patologie cancerogene
  • alterazione degli ormoni
  • danni al sistema nervoso, immunitario e riproduttivo
  • problemi cardiovascolari e renali

Anche lo sport – in primis il nuoto in acque contaminate – aumenta il rischio di contrarre epatiti, disturbi dell’apparato respiratorio ed eruzioni cutanee. L’inquinamento idrico provoca anche la crescita di piante e alghe, che riducendo l’ossigeno distruggono habitat e forme di vita.

Inquinamento idrico: Il caso Senna a Parigi 2024

L’inquinamento idrico è tornato in prima pagina anche grazie alle Olimpiadi di Parigi 2024, per le note vicende legate alle gare di triathlon e nuoto in acque libere. Tutto ciò malgrado un investimento di 1,4 miliardi di euro in opere infrastrutturali per migliorare la qualità dell’acqua della Senna. Non solo per i Giochi Olimpici, ma anche per rendere sicura la balneazione dei parigini che d’estate affollano il lungo fiume. Un piano che sin da subito ha evidenziato criticità e molte perplessità poiché l’inquinamento della Senna generalmente aumenta dopo piogge intense, come quelle registrate nella giornata di apertura dei giochi. Dall’inizio di giugno, il laboratorio presso l’Eau de Paris ha condotto analisi quotidiane alla ricerca di due batteri specifici: Escherichia coli ed enterococchi intestinali, indicatori dell’inquinamento delle acque reflue. Dal 1° luglio le autorità hanno effettuato analisi giornaliere in 39 siti allo scopo di fornire dati in tempo reale.

I rischi per ecosistema e specie viventi.

Non solo la salute umana. Notoriamente, l’inquinamento idrico mette a dura prova gli ecosistemi marini, specie a causa di detriti solidi come sacchetti di plastica e lattine di bibite, trascinati nelle fognature e nei tombini. Quindi, stravolgendo la qualità di bacini e oceani che diventano una discarica di rifiuti a cielo aperto, con evidenti chiazze di rifiuti galleggianti. Si calcola come attrezzi da pesca dismessi e altri tipi di detriti siano responsabili del danneggiamento di oltre duecento specie diverse di vita marina. Nel frattempo, prosegue l’acidificazione degli oceani, nonostante questi assorbano circa un quarto dell’inquinamento da carbonio creato ogni anno dalla combustione dei combustibili fossili.

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